La mia rubrica su Endurista Magazine 67

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Il motoclub Guastalla in provincia di Reggio Emilia è un sodalizio molto attivo che conosco da tempo, infatti grazie alle zone sabbiose del territorio emiliano, partecipai
al ritiro Nazionale per la FMI prima della Sei Giorni. Sempre per il terreno sabbioso tipico di quella zona, svolsi in passato svariati test in cerca di soluzioni tecniche per l’enduro, ma soprattutto, quando la ASO decise di ridurre la cilindrata delle moto per la Dakar, il Guastalla individuò alcuni percorsi per la primissima uscita segreta del prototipo 450 Rally.

Il “Guastalla”, sempre con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, organizzò la presentazione della squadra Italiana per la ISDE Vintage Trophy, prima di partire per il Portogallo lo scorso anno. Visto l’ottimo successo ottenuto alla gara, la sera prima del “L’Imponente”, si è svolta una serata intitolata “Un Campione è Campione per sempre”, praticamente una conferenza dove davanti a tanti appassionati e addetti ai lavori, io e Stefano Passeri abbiamo parlato del nostro successo a Portimao nella ISDE Vintage Trophy.

Con immenso piacere il Sindaco ci ha persino riconosciuto una targa per premiare il nostro risultato ed impegno alla Sei Giorni e una volta terminata la cerimonia, come da loso a enduristica, la serata è terminata con una bella cena! Naturalmente il giorno seguente ho preso parte al giro in moto de L’Imponente, una manifestazione dedicata a moto di categorie Regolarità, Dual, Maxi Enduro e Scrambler d’epoca, prodotte entro e non oltre l’anno 1990, evento capace di far scoprire i percorsi della zona bagnata dalle acque del ume Po.

L’amico Franco Zaniolo mi ha “sponsorizzato” mettendomi a disposizione un performante KTM 250 del ‘90, ed insieme a lui, Giampietro, Vito e Matteo, siamo partiti alla volta dei meravigliosi scorci che quel territorio offre. Il giro è stato davvero molto bello e si è diviso tra boschi, argini, radure e zone di “fuoripista” sabbiose.
Niente di complicato se non fosse stato per la pioggia torrenziale dei giorni precedenti alla manifestazione, dove la fanghiglia creatasi ha mietuto numerose “vittime”.

In special modo, hanno sofferto quelli con le moto pesanti che con davano nel bel tempo, presentandosi “imprudentemente” con gomme inadatte. Nonostante gli aiuti predisposti nei passaggi più impegnativi, molti partecipanti hanno optato per tagliare il percorso perdendosi alcuni passaggi molto suggestivi. A fine giro con grande sorpresa, nonostante fossimo partiti tardi e ce la fossimo presa molto comoda durante la pausa pranzo della manifestazione, siamo stati i primi a terminare il giro. In un bel contesto, con tanto di speaker e arco gonfiabile al traguardo, ci sono stati consegnati i gadget e l’attestato di partecipazione, che ha preso posto nel mio garage.

Ma ritorniamo alle uscite “amatoriali”, dove il piacere regna sovrano rispetto allo stress da competizione. Recentemente ho fatto un’uscita di enduro in Toscana da Jan, un amico conosciuto al KTM Adventure Rally in Bosnia, con cui ora condivido splendidi giri in sella alle nostre 790. Questa volta però Jan mi ha invitato per scoprire i percorsi off-road delle sue zone sulle enduro specifiche.  L’ho raggiunto con l’amico Emanuele che, a sua volta, si è presentato con Renzo, grande conoscitore di tutti i sentieri possibili ed immaginabili nelle zone e nelle tenute private degli amici.

 

 

Il giro è iniziato dopo aver preso un caffè nel centro di Montalcino, per poi scoprire “un mondo” che forse  solo quella zona della Toscana sa offrire. Accompagnandoci tra vigneti ordinati e boschi selvaggi abbiamo incrociato vecchi cascinali in pietra posizionati su poggi dai panorami mozzafiato dalla bellezza unica.
Intanto il percorso, anche a causa delle piogge torrenziali dei giorni precedenti, si è 
rivelato più impegnativo del previsto, al punto che in alcuni casi, ce la siamo cavata solo aiutandoci l’uno con l’altro. Percorso a parte, la sorpresa più grande è stato scoprire di cosa si occupano i nostri accompagnatori una volta indossati gli abiti civili.

Jan è enologo, con l’intrinseca passione di produrre vino di altissima qualità e dalla maniacale attenzione nella cura e preparazione del terreno, che  risulta essere la parte più importante per ottenere una pianta sana e forte e per produrre quindi uva di qualità. Jan pone la massima attenzione anche al suo fogliame nel corso dell’anno, fino alla maturazione del grappolo. La vendemmia poi viene fatta a mano con la massima cura, finisce per essere vinificata e il prezioso nettare fatto riposare con grande sapienza!

L’azienda si chiama Pian dell’Orino e grazie al suo metodo di produzione produce vino Biodinamico, un’eccellenza anche per queste pregiate zone. Anche Renzo, della Cantina Poggio dell’Aquila è un vinificatore, e anche lui ha grande passione per il vino e per l’enduro (infatti la Prova in Linea del Trofeo KTM di qualche anno fa a Montalcino si sviluppava proprio nelle sue vigne). La sua produzione si fregia di vino Biologico, prodotto con antichi metodi naturali dalla lunga tradizione, ereditata dai suoi avi che si protrae negli anni.

Come potrete immaginare la giornata è stata memorabile, ma il pranzo e la cena lo sono stati ancora di più, grazie ai gustosissimi cibi (soprattutto il risotto allo zafferano preparato da Carolina) e ovviamente il vino, dove i padroni di casa hanno scelto del Brunello delle annate migliori. Così, tra ospitalità e convivialità ne è uscita una giornata davvero indimenticabile. ||

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